Il monopattino ha 100 anni!
- Andrea Bortolameazzi
- 28 ott 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Se pensate che il monopattino a motore sia un’invenzione recente, vi sbagliate.
I primi monopattini nacquero agli inizi del '900 negli Stati Uniti, quando vennero progettati e brevettati alcuni "scooter" (così gli americani chiamarono il monopattino) i cui principi sono stati ripresi su alcuni modelli prodotti anche nei giorni nostri. Erano composti semplicemente da una pedana, un asse allungato, una coppia di ruote e un manubrio. Inizialmente erano progettati come giocattoli per bambini, ma sull'onda dall'entusiasmo dello sviluppo industriale furono anche proposti, con poco successo, come mezzi di trasporto. Intorno al 1920 fu realizzato a New York il primo monopattino a motore, chiamato “Autoped”, dal nome dall'azienda Autoped Company, ma conosciuto anche come Krupp-Roller. La tavola era collegata a ruote da 10 pollici e poteva cambiare direzione grazie al manubrio collegato al piantone dello sterzo. Il conducente doveva spingerlo in avanti per innestare la frizione e una volta avviato il motore, che consisteva in un piccolo monocilindrico raffreddato ad aria a 4 tempi da 155 cc posizionato sopra la ruota posteriore, si poteva dare gas con una leva al manubrio che, se tirato, permetteva di frenare.
Sviluppato ulteriormente durante la guerra, il monopattino era disponibile anche in versione elettrica.
Un altro dei primi produttori di monopattini fu la Wee-Wheelers, una divisione della United Specialities Company di Chicago. Proprio al culmine della recessione americana dopo il crollo del 1929 a Wall Street, spuntava un prodotto dal prezzo ragionevole (2,10 dollari), a cui era possibile aggiungere come optional freni e campanello, e notevolmente robusto. Inoltre, stando alla pubblicità della Wee-Wheelers, si trattava di “uno strumento efficace per sviluppare il tono muscolare dei ragazzi di età compresa tra i 4 e i 15 anni”, in quanto su di esso potevano “percorrere dai 4 ai 5,5 metri su un buon marciapiede con meno sforzo che per compiere un passo”. Come la Ferrari, anche il colore del monopattino classico era rosso, anche se era disponibile in diverse sfumature.
Negli Stati Uniti si delinearono poi due strade di pensiero: i monopattini puri e i monopattini meccanici.

I primi mantennero fede ad un principio di essenzialità che caratterizza il monopattino: una tavola, due ruote, un manubrio e tanta voglia di spingere. I secondi, invece, furono attrezzati con i più svariati dispositivi meccanici per ottimizzare la spinta: leve e catene per imprimere una spinta maggiore, ruote con asse di rotazione decentrato per consentire una propulsione anche tramite il movimento del corpo, ecc.
In Italia arrivarono nel dopoguerra e fino agli anni 60 e 70 ebbero un certo seguito, ma venivano utilizzati più che altro come strumenti ludici; a Milano verso la metà del ‘900, era organizzato anche un «Giro d’Italia» per ragazzini.
Il monopattino puro ha prodotto due tipi di monopattino: quello ludico e ricreativo, definito micropattino o micro scooter, e quello sportivo e competitivo definito monopattino o, con un termine più internazionale, footbike.
Nel 1999 vennero ideati i micropattini per la mobilità urbana, ma non ebbero subito un grande successo.
Si trattava di monopattini di ridotte dimensioni, in alluminio e pieghevoli, con le ruote piccole o microruote (da cui il nome), simili a quelle dei pattini, da 100 mm fino a 200 mm di diametro.
Il micropattino oggi è usato prevalentemente dai ragazzi come mezzo di trasporto, ma soprattutto per fare evoluzioni acrobatiche, o trick, in modo simile a quello che avviene con lo skateboard o con la BMX.

Il monopattino meccanico, invece, ha visto la sua evoluzione nel monopattino elettrico che in tante versioni è disponibile ai giorni nostri.
La svolta è recente e coincide con l’elettrificazione: motorino elettrico, batteria, connessione allo smartphone... Ed ecco che il monopattino diventa grande, nelle mani di adulti, anche in giacca e cravatta, che sgusciano nel traffico, si portano il loro veicolo in ufficio e in casa, sui mezzi pubblici, nel bagagliaio dell’auto, per fare rapidamente l’ultimo miglio. La nuova vita (elettrica) del monopattino è cominciata con le flotte a noleggio ed è stato un test che ha convinto molti cittadini all’acquisto.
Oggi è usato anche come mezzo per la pratica del “Dog Scootering”, ovvero la versione "estiva" della slitta trainata da cani. In questa versione, i cani trainano un monopattino che si presta molto bene come sostituto della slitta, consentendo un buon allenamento.







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