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La chaise longue LC4



La chaise longue LC4 ha origine nel mondo greco. Nella Grecia antica, infatti, era il seggio normalmente utilizzato dai filosofi durante le lezioni; fu poi adottata nel mondo romano con il termine "cathedra supina" o più semplicemente "longa", termine dal quale discenderà la definizione francese "chaise longue" (sedia lunga).

Era conosciuta anche con il nome di "agrippina", dal seggio realizzato per la statua di Flavia Giulia Elena, custodita nei Musei Capitolini, per molti secoli ritenuta erroneamente la raffigurazione di Agrippina maggiore, moglie di Germanico.

I primi disegni della moderna chaise longue sono da collocare tra il 1927 e il 1929, quando Le Corbusier e i suoi due soci, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, progettarono alcuni modelli in tubolare metallico per Villa Church, a Ville-d’Avray, vicino a Parigi.

Di questi la più famosa è la "chaise longue à réglage continu", che fu presentata al "Salon d'Automne des Artists Décorateur" di Parigi nel 1929 come parte dell'"Equipement interieur d'une habitation".

Viene definita come la chaise longue per antonomasia, un equilibrio perfetto fra purezza, geometria e corporeità, tanto che lo stesso Le Corbusier la definì "vera macchina per riposare". Secondo la sua filosofia, lo spazio e gli oggetti di una casa dovevano accordarsi armoniosamente alla figura umana, creando un architettura standardizzata replicabile in serie ed estramamente funzionale.

«Une maison est une machine à habiter» - Le Corbusier (una casa è una macchina per abitare)

La LC4 è il frutto dei primi veri studi di ergonomia applicata: è costituita da una base metallica a forma di H, che prende in prestito la sua linea dalle ali di un aereoplano, e su cui la seduta può essere regolata nell'inclinazione, essendo basculante.

Verso la fine degli anni 20, Le Corbusier e i suoi collaboratori stipularono accordi con la ditta Thonet Frères, succursale francese della casa madre austriaca.

Sebbene il desiderio di Le Corbusier fosse quello di produrla in serie, la LC4 si rivelò una soluzione di design relativamente complicata. Infatti i rivenditori, interrogati, ritenevano che fosse ancora troppo presto per accogliere queste avveniristiche soluzioni; inoltre, per il suo costo elevato, era destinata per lo più ad ambienti di alto livello, se pur sempre domestici.



Solo nel 1929 Thonet Frères accettò di produrre gli oggetti che saranno esposti al Salone d’Autunno a Parigi e diede inizio alla produzione in serie. Nel 1930-31, la chaise longue B306 appare nel catalogo tedesco Thonet del gruppo Thonet-Mundus.

Nel mercato tedesco, però non ci fu grande risonanza, nonostante la Germania fosse la patria del movimento Bauhaus. Anche nel resto d'Europa, la chaise longue di Le Corbusier all’inizio ebbe poco successo, se non in Francia. Ciò è comprensibile per il mondo anglosassone che ancora nel 1929, sulla rivista "The Studio", esprime le sue perplessità sul mobile in tubolare metallico.

Nel dopoguerra vennero ceduti i diritti della chaise longue ad una società svizzera, che a sua volta nel 1965 li cedette alla ditta Cassina.

Quest’ultima ne farà uno dei capolavori del design italiano.


Un ruolo fondamentale lo ebbe Charlotte Perriand nel rendere tutto questo possibile, nonostante i primi rifiuti, e credette fortemente in questo progetto. Infatti fu proprio lei a ingaggiare Labadie, per creare la copertura e i cuscini e ad assemblare il primo prototipo nel suo atelier a Saint-Sulpice sorprendendo Le Corbusier e Jeanneret. Successivamente convinse Thonet Frères a produrre i primi esemplari a sue spese. Infine nel 1965, le venne richiesta la sua consulenza da Cassina, per la produzione in serie.
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